Panasonic GH5, la nostra recensione

La Panasonic GH5 è una mirrorless micro 4/3 presentata ad aprile 2017 e che è diventata subito la macchina fotografica con capacità video preferita da una categoria specifica di utenti: i filmmaker indipendenti.
Questa mirrorless infatti si distingue da tutte le altre perché è una fantastica macchina da video, con caratteristiche tecniche molto specifiche e che bisogna comprendere a fondo per avere idea della portata che la GH5 ha nel rendere accessibile a tutti la produzione video. 
In questa recensione della Panasonic GH5 ci focalizzeremo soprattutto su questi aspetti, rimandandovi a risorse esterne interessanti sul tema video (la profondità di queste informazioni è troppa per inserirla tutta in un solo articolo) ma vi parleremo in generale di questa mirrorless, descrivendone come sempre le caratteristiche essenziali.

Caratteristiche principali della Panasonic GH5

  • Sensore micro 4/3 da 20MP
  • Stabilizzatore ottico a 5 assi con possibilità di integrazione con lo stabilizzatore sugli obiettivi
  • Ripresa video a 4K/30p 10bit 4:2:2 a pieno sensore
  • Possibilità di ripresa in 4K a 59,94 fotogrammi al secondo (50 a 10bit 4:2:2 in output)
  • Video a 1080 a 180 fotogrammi al secondo
  • Scatto continuo a 9 fotogrammi al secondo
  • Tecnologia Dual Focus Panasonic per la messa a fuoco
  • Doppio slot per schede SD UHS II
  • Schermo touch da 3,2″ e 1,6MP
  • Funzioni di forma d’onda e vectorscopio
  • Possibilità di uso di profili V-Log (a pagamento)

Come vedete le caratteristiche principali che abbiamo inserito in questa prima descrizione per punti della Panasonic GH5 sono un po’ diverse da quelle di molte altre tra le mirrorless presenti su questo sito. Il perché è semplice: essendo la GH5 una mirrorless molto spostata sul video, i termini e i punti di forza sono differenti. Non per niente l’abbiamo messa in testa alla nostra classifica delle mirrorless per video migliori.

Messa a fuoco automatica

Mettiamo subito le mani avanti: la Panasonic GH5 non è la migliore macchina in termini di autofocus, anche se bisogna fare alcuni distinguo. Dal punto di vista della messa a fuoco in modalità fotografica non c’è niente da dire: la macchina si comporta benissimo, come ci si aspetterebbe da una fotocamera che ha questo prezzo. L’autofocus in modalità video è invece un po’ più lento (ma preciso): se vi aspettate una velocità di messa a fuoco pari a quella delle fotocamere DSLR, con particolare riferimento alle Canon professionali tipo la 5D Mark IV che usano il Dual Pixel, potreste rimanere un po’ delusi in situazioni di messa a fuoco particolarmente difficili. Naturalmente parliamo di ambito video.

La tecnologia messa in campo da Panasonic per la messa a fuoco è quella chiamata DFD, o Depth From Defocus, di cui potete trovare una spiegazione a un link della casa. Si tratta di una tecnologia che favorisce una messa a fuoco precisa ma ha qualche pecca dal punto di vista della velocità: con le raffiche molto veloci quindi la Panasonic GH5 va leggermente in difficoltà, ma a meno che non vi troviate a dover riprendere eventi con attimi assolutamente imperdibili, la messa a fuoco è usabile in tutti i contesti fotografici.

Per quanto riguarda il video invece i pareri sono contrastanti (e anche tra noi redattori del sito ci sono parecchie differenze di vedute). Per cominciare diciamo che in modalità video la messa a fuoco è un parametro secondario e che comunque, sapendo maneggiare tutti i parametri di questa macchina dal punto di vista dell’AF, quest’ultimo è sufficientemente buono anche se non eccellente.

Diciamo però semplicemente un paio di cose per quanto riguarda l’autofocus in video della Panasonic GH5: la prima è che se avete a che fare con soggetti poco contrastati e volete usare l’autofocus continuo potreste avere qualche problema di focus hunting. La seconda è che se imparate ad usare bene questa macchina non avrete problemi con l’AF in modalità video: tanto per fare un esempio, basta che quando volete precisare il fuoco premiate il pulsante di scatto a mezza corsa, e la messa a fuoco sarà rapida e precisa. Inoltre considerate l’idea di prendervi un po’ di tempo per “giocare” con le varie impostazioni, guardandovi anche intorno su altri siti per capire quale può essere il settaggio più giusto per voi.

Siccome quella dell’AF della Panasonic GH5 è una questione molto sentita vi lasciamo un paio di link: il primo viene dal sito in italiano videoreflex.org, il secondo dall’inglese starkinsider.com. Sono entrambi equilibrati.

Gamma dinamica e sensore

Il sensore della Panasonic GH5 è in formato micro 4/3 ed è composto da 20 milioni di pixel. Si tratta molto probabilmente dello stesso sensore usato sulla GX80 e sulla Olympus OM-D E-M1 Mark II, che migliora le prestazioni in termini di qualità agli alti ISO e di gamma dinamica rispetto alle generazioni precedenti di sensori m43.

Naturalmente stiamo parlando di una mirrorless con sensore più piccolo rispetto a quello delle APS-C (leggete per informazioni il nostro articolo sulle dimensioni dei sensori) e quindi la gestione di alcuni aspetti della qualità di immagine è più difficoltosa. Ma grazie al processore e ai software sviluppati da Panasonic, la GH5 regge piuttosto bene agli alti ISO e ha una buona gamma dinamica.

Prendendo come riferimento le nostre esperienze professionali e non, oltre che i test del settore, possiamo dire che questa macchina regge molto bene fino a 1600ISO, con scarsa necessità di lavorare in post produzione, e può essere usata con ottimi risultati fino a 6400ISO con una corretta esposizione e un minimo lavoro in post, sia in ambito foto che video.
È un valore di tutto rispetto, impossibile fino a qualche anno fa, ma che oggi siamo abituati a dare quasi per scontato.

Per quanto riguarda la gamma dinamica ci rifacciamo ai dati di DxO Mark, che la misura in 13 stop (valore molto alto per questo tipo di macchine) e infine facciamo notare il valore di profondità colore di 23,9bit, che è finora il più alto registrato in macchine con questo sensore.

Tutto considerato, possiamo dire che la Panasonic GH5 se la gioca molto bene sia con mirrorless che con reflex equipaggiate di sensori più grandi, ma la vera differenza la fa in ambito video, come dicevamo sopra.
In questo campo la mirrorless che stiamo recensendo è di un altro livello, e le caratteristiche tecniche che presenta la mettono sul piano di videocamere che costano molte migliaia di € in più.

Capacità video

E per l’appunto parliamo delle capacità in ambito video della Panasonic GH5, dicendo subito che sono eccezionali.
Quello che fa la differenza in questa macchina è il tipo di file video che riesce a fornirci.
Guardando alle specifiche tecniche postate sopra, se avete qualche dimestichezza con i termini inseriti vi renderete conto che la GH5 produce video a 10bit e con sottocampionamento 4:2:2 (ancora da Videoreflex.org per capire questo concetto).
Per i non addetti ai lavori e per chi non ama le tecnicalità, diciamo semplicemente che valori di questo tipo permettono di lavorare molto più efficacemente sui file in post produzione. Questo perché i video prodotti dalla GH5 contengono più informazioni, e più disponibilità di informazioni significa semplicemente più possibilità di lavorare sui file senza degradamento dell’immagine.

È questo il vero quid in più di questa macchina, ed è per questo motivo che la consigliamo fortemente a chi fa video senza budget milionari o a chi comunque vuole avvicinarsi a questo mondo e farlo sapendo di avere a disposizione un apparecchio che può competere con videocamere del livello delle RED o delle BlackMagic Design.

Poi, sempre in ambito video, c’è il resto: si può parlare ad esempio del fatto che la GH5 è in grado di registrare in 4K (risoluzione molto alta) a 60 fotogrammi al secondo o addirittura raggiungere i 180p a risoluzione Full HD, per slow motion fantastici.
O ancora si può parlare dell’utilità di avere un monitor touch che permette la regolazione del fuoco con un tocco, aspetto che la Sony a7s II – competitrice unica per la Panasonic – non contempla.
O infine di un aspetto che finora non avevamo menzionato se non di passaggio: lo stabilizzatore a 5 assi che funziona sia in video che in foto. Si tratta di una tecnologia che funziona davvero benissimo, con la possibilità di integrare la stabilizzazione del corpo macchina con quella eventualmente presente sull’obiettivo. Naturalmente una funzione come questa è particolarmente efficace in ambito video, ma anche recuperare 4-5 stop in modalità foto non è niente male.

Insomma: se fate video questa macchina è perfetta per voi.


Conclusioni

Una macchina perfetta per video ma capace anche in ambito foto. È questo il quadro che abbiamo voluto far uscire dalla nostra recensione della Panasonic GH5.

Cosa ci piace

Della Lumix GH5 ci piace praticamente tutto, a partire dalle grandi possibilità che offre in ambito video: è la prima volta che siamo tutti d’accordo nel dare un voto alto a una fotocamera mirrorless, e anche se i video maker del gruppo sono quelli più entusiasti, anche chi si occupa di fotografia nel nostro team di recensori è concorde nel dire che la GH5 è un buon acquisto.
Merito del corpo macchina ergonomico, dell’ampia possibilità di scelta per quanto riguarda gli obiettivi, del fatto che ci sono molte funzioni avanzate. Si parla di una stabilizzazione ottica di altissimo livello, di un sensore di qualità, di una ripresa video ai massimi livelli.

Cosa non ci piace

Difficile trovare qualche difetto a questa macchina, se non quelli congeniti al progetto m43.
Esatto: se proprio dobbiamo trovare un apparente difetto nella GH5 è quello riguardante il sensore, più piccolo rispetto a quello di alcune delle mirrorless di cui parliamo nel sito.

Ma ragionandoci bene, se la GH5 avesse un sensore più grande, difficilmente riuscirebbe a permettere le stesse prestazioni video senza grosse limitazioni tecniche o al costo a cui è offerta oggi.
In sostanza, il sensore micro 4/3 è una scelta progettuale di Panasonic con cui si può convivere, se si riescono a comprendere e ad apprezzare appieno le caratteristiche di macchine come la GH5.

 

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